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Ogni respiro fatto insieme, ogni parola pronunciata, ogni passo lungo il cammino della vita… mi rendo conto che sono davvero sfacciatamente fortunata. Non potrò mai smettere di ringraziare per il privilegio di avere una persona così fantastica al mio fianco.

… buonanotte.

Tola dolsa è un modo di dire dialettale (modenese sicuramente, e non so di quale altro) che indica:

«la capacità di affrontare la vita e i problemi con filosofia, senza farsi divorare dalle preoccupazioni»

Dopo aver cercato di applicare questa filosofia solo a parole, senza peraltro raggiungere molti risultati, ho deciso che da oggi terrò i miei progressi registrati in forma scritta. Dico sempre che non devo agitarmi per lavoro, tesi, esami che non riesco a passare… ma poi prontamente arrivo a casa alla sera che sono un leone, a causa di tutti i magoni che mi porto sulle spalle e che in un qualche modo devo pur scaricare. Invece di trovare un modo innocuo e indolore in cui scaricare questi magoni, quindi, ho proprio deciso che i magoni non me li devo neanche far venire: da qui, il tola dolsa way of life.

Ho cominciato oggi. Anzi, ieri sera prima di dormire – dopo che Fabio mi aveva fatto gentilmente notare che sembravo sempre un petardo pronto ad esplodere visto che, soprattutto da quando ho cominciato a lavorare in questo posto, tendo a “infiammarmi” con più facilità. E questo non va assolutamente bene, soprattutto visto che, per lui in particolar modo, aspiro a essere una fonte di serenità e ristoro, e non certo una miccia vicino a una scatola di cerini! E non solo, visto che già perdevo i capelli prima a causa dello stress, sarà meglio che prenda le cose con più calma, onde evitare calvizie varie!

Da oggi, dicevamo. Registrerò i miei progressi, in due gruppi, (+) e (-), quotidianamente. Ai posteri l’ardua sentenza!

Pausa pranzo. Parco di Villa Smeraldi.
Panchina al bordo del laghetto delle tartarughe.
Gruppo di bambini, ad occhio e croce 7 anni, in gita e in ricreazione pure loro.

Bambino che guarda le tartarughe che prendono il sole:
«Guardaaaaaaaaaaaaaaaaa! Si stanno accoppiandooooooooooooooo!»

Bambina accanto a lui:
«Sono innamoraaaaaaaaati!»

… e più tardi mi sembra anche di aver sentito da lei la frase luna di miele.

Eccolo, è arrivato! Nella incredibile silenziosità del suo motore diesel 130 cv… ecco a voi il Ciccio-bis!!!  😀

Ormai l’ho visto da molto tempo: avevo lasciato il post iniziato nelle bozze, ma mi ero sempre dimenticata di completarlo e pubblicarlo.

Into the Wild è un film fantastico, sublime, che ti colpisce nel tuo punto più intimo, nel cuore e nella testa. E che ti fa uscire dal cinema con una marea di pensieri, di riflessioni, e sconvolgimenti.
Perchè tu pensi che non potresti mai farlo, quello che ha fatto il protagonista: di prendere su e partire alla ventura, lasciando che le proprie tracce si perdano, seguendo un ideale e una fantasia che è sempre stata sopita, ma viva. E per questo, almeno io personalmente, non ho molta invidia: nel senso, è una cosa che non farei, e che non sento il desiderio di farlo. Comunque, appoggio e sostengo chi ha questo sogno, chi ci crede e crede in se stesso e nella propria capacità di esplorare nuovi territori: ci vuole un bel carattere per compiere un passo del genere, e ammiro totalmente chi lo fa, o anche solo ci pensa.

Ti lascia pieno di riflessioni perchè questo film, la vita di questo ragazzo, sono un’immensa parabola dell’esistenza umana: una vita in cui tutti vogliono essere grandi, indipendenti, che pensano di poter contare solo su loro stessi… ma che poi si scoprono immensamente deboli, e soprattutto, soli. Soli di fronte alla natura, che alla fine l’ha sempre vinta, e che dobbiamo, tutti, imparare a rispettare. Soli di fronte al proprio intimo bisogno di essere nel gruppo, di avere qualcuno con cui condividere gioie e dolori – non necessariamente un compagno/partner, ma semplicemente altre persone, che nel bene e nel male ti stanno vicino. La felicità è vera solo se condivisa.

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